FOTORACCONTI E FASHION PERFORMANCES 

Isabella Falbo

In linea con un panorama internazionale dove la fotografia è definita dall’eclettismo - senza alcuna predominanza di una scuola o una corrente in particolare - estetiche, pratiche e poetiche diverse fra loro caratterizzano i progetti fotografici di Fashion, Art and Renaissance.

A Sabbioneta, la “città ideale” di Vespasiano Gonzaga, gioiello rinascimentale e, per l’occasione, magnifica scenografia per la fashion art, prendono corpo cinque inusuali fotoracconti ambientati sia negli interni sia negli esterni della cittadina che l’Unesco ha eletto a Patrimonio dell’Umanità.


YOU’RE A NOBODY IF YOU’RE NOT A BRAND. 

Arte contemporanea e moda hanno oggi molti temi in comune e spesso si sovrappongono nelle forme dei cultural objects: l’arte oggettualizzata e la moda intellettualizzata seguono similari dinamiche di branding per l’autoaffermazione attraverso i valori che caratterizzano gli “oggetti ibridi del desiderio”.

Da ammirare come installazioni, sculture e dipinti o da indossare come abiti e accessori, le creazioni sospese fra arte e moda assicurano, attraverso la visibilità di uno status privilegiato, quel potere di seduzione che solo l’esclusività dell’opera d’arte può dare. Le calzature del brand icona del made in Italy Gianmarco Lorenzi, ideate secondo concepts orientati alla bellezza e all’eccesso e appartenenti ad una realtà lontana dalla quotidianità, si inseriscono quali oggetti d’arte indossabili nel vasto e ormai irrinunciabile contesto di dialogismo intertestuale contemporaneo e, divengono qui, fil rouge per entrare nel territorio magico delle fashion performances fotografiche di Fabio Lombrici, Beatrice Pavasini e Roberto Roda.

I passi di questi autori conducono verso mondi femminili e sensuali, dove vette inedite e centimetri di fascino sono raggiunte attraverso tacchi a stiletto tempestati di brillanti.

Primo passo: Fabio Lombrici 

Fotografo di still life per indole, e forse per perversione, secondo un approccio alla fotografia che pare desiderio, a volte morboso, di vedere da vicino, di mettere a fuoco il piacere, Lombrici ha sviluppato questo progetto in linea al suo modus operandi e “stando dentro il briefing”. 

Toccando le tematiche della “scarpa” e del “luogo” sviluppate in stretta correlazione alle locations della mostra Please me Fashion e del Sabbioneta Art Festival, coinvolgendo chi scrive - da tempo convinta sostenitrice di una “critica” d’arte performativa - gli scatti di Lombrici appaiono fortemente aderenti alla più aggiornata fotografia di moda pur senza poter essere veramente ascritti a quest’ultima. 

Giocando sulla forma della figura femminile in calzature Gianmarco Lorenzi, in queste immagini il fotografo trasforma il corpo muliebre di una critic and curator in un cultural object, in un elemento straniante di design. 

I toni, le morbidezze, i contrasti, risentono del lavoro di post-produzione: un colore è sempre volutamente predominante rispetto agli altri mentre le scene pur declinando verso il monocromatismo mantengono l’integrità fotografica dello scatto originale. Photoshop è per Lombrici una “camera oscura arricchita” con il quale, attraverso innumerevoli passaggi, ottiene cammei unici  pur nella riproducibilità tecnica del digitale.

Secondo passo: Beatrice Pavasini.

Il suo lavoro è orientato alla figura umana, ai volti, ai corpi, secondo una pratica legata al bianco e nero classico seppur aggiornato con l’esperienza digitale.

In questo progetto la fotografa narra con raffinatezza una fiaba dove le creazioni Gianmarco Lorenzi sono raccontate come “oggetti del desiderio” nascenti dalla natura come fiori, come creature straordinarie appartenenti a un mondo incantato e onirico.

Fra le nicchie della cinta muraria di Sabbioneta, emerge una figura ammaliante: una strega oppure, e a maggior ragione, un archetipo del femminino.

Terzo passo: Roberto Roda 

Attraverso la formula del racconto foto-illustrato Roberto Roda nel suo Stiletti stregati coniuga elementi della temperie contemporanea a topos del tempo fiabico, in una narrazione in cui interagiscono leggenda, fiaba e mistery.

Le calzature Gianmarco Lorenzi incarnano “l’oggetto magico del desiderio” che si trasforma in elemento scatenante per creature femminili pervase di nostalgia per l’assopita, originaria, natura selvaggia. 

Attraverso un livello di comprensione che solo i miti nella loro più vasta accezione leggendaria e fiabesca possono offrire, la sequenza in bianco e nero appare come una visione che tocca i territori selvaggi della psiche ed incita ad una sorta di liberazione dallo spettrale eccessivo addomesticamento: l’urlo, il recupero dell’intuito, la riconquista della fierezza, il ritorno a sé, avvengono con la consapevolezza che il processo avviato può anche rivelarsi distruttivo.

Roda adotta qui un approccio capace di  coniugare la fotografia in esterno di impianto realista - dove i protagonisti sono fotografati nel loro ambiente naturale, ma straniati in un nuovo ruolo loro affidato dalla narrazione scritta - alla fotografia di impianto teatrale ma con un approccio che pur giocando sul movimento e sul gesto utilizza però il fascino di una ribalta, la Galleria degli Antichi, pervasa  dal pittorialismo della luce naturale.

PROMENADES PHOTOGRAPHIQUES. 

I codici stilistici di arte e moda si mixano tra narrazione visiva e ricerca concettuale nei foto-racconti di Elisabetta Dell’Olio e Debora Vrizzi: Elisabetta Dell’Olio coinvolge nelle sue provocazioni la fashion designer Carlotta Actis Barone, Debora Vrizzi rielabora essa stessa gli abiti “impossibili” nell’allestimento della propria regia visuale.

Dalla cinta muraria stellata con le sue porte, attraverso le vie ciotolate che conducono in Piazza d’Armi, sotto la Galleria degli Antichi e dentro Palazzo Ducale, gli scatti di Elisabetta Dell’Olio sono delle coinvolgenti istantanee che documentano e al tempo stesso sono partecipative di una improvvisata fashion performance della stilista Carlotta Actis Barone: nella logica di jam-session fra fotografa e stilista, il corpo vestito, decorato e oggettualizzato è esibito in una provocante passeggiata fra le vie della città. 

Da queste immagini emergono con grande ironia le stesse delicate tematiche femministe, indagate da Actis Barone attraverso gli abiti della sua collezione Freedom Against the Conventions, appartenenti al sentire più profondo e irriverente della poetica della Dell’Olio.

Debora Vrizzi 

Realizzato attraverso un approccio che unisce nozioni e tecniche provenienti da studi di moda e di cinematografia, il progetto fotografico di Debora Vrizzi Fashion is not a dress indaga la tematica della modificazione del corpo per acquisire una nuova identità - o togliersene una vissuta come perdente. 

La Moda è per Vrizzi non più intesa come linguaggio attraverso gli abiti, ma come trasformazione del corpo, preferibilmente attuata attraverso i tagli di bisturi di un chirurgo estetico.

Raccontati attraverso scatti vividi ed elegante ironia, in queste immagini l’artista mettere in scena i “malati di moda”: presenze deambulanti fra gli interni ed esterni della Galleria degli Antichi, uomini, donne e bambini con indosso pigiami ed elementi costrittivi come gorgiere e corsetti dalla storia del costume del ‘500, ‘600 e ‘700, fashion victims dell’imperante ricerca di bellezza e giovinezza indelebili. 


ISABELLA FALBO, testo in catalogo relativo alla mostra FASHION, ART AND RENAISSANCE, a cura di Isabella Falbo e Ferruccio Giromini, Palazzo Giardino-Galleria degli Antichi, Sabbioneta (MN), settembre 2010.